Occorre pianificare in modo innovativo e funzionale la Politica energetica del sistema Italia, specialmente su fonti di produzione di energia che consentono al paese una piena autonomia nei prossimi decenni.
Come è facilmente intuibile per avere un'autonomia energetica specialmente elettrica, in funzione del fabbisogno attuale, quasi sicuramente bisognerà pensare ad un ritorno al nucleare, ovviamente di ultima generazione.
Ciò comporta un processo ragionevolmente lungo e allo stesso tempo delicato, poiché occorre fare delle attente analisi rischi/benefici, individuazione aree, progetti di costruzione, progetti di distribuzione e realizzazione. Per cui occorre svolgere un ragionamento con doppia scadenza, un piano a lungo termine con l'ausilio del nucleare e un piano a breve termine che generi velocemente del risparmio reale sul costo dell'energia, mediante sistemi più semplici ed ecosostenibili come ad esempio l'idrogeno, il biogas, il bio metano e solare. L'azione immediata di Governo, per dare il giusto supporto al caro bollette che ha colpito le Famiglie e le imprese, dovrà essere attraverso la nomina di un commissario, il quale avrà il compito di semplificare gli infiniti processi di carattere burocratico che ostacolano gli investitori e le imprese del settore delle energie rinnovabili. Ad esempio richiedendo dichiarazioni con asseverazioni da parte dei professionisti al posto di valutazioni svolte da commissioni interne agli enti. Un importante compito che il commissario incaricato dovrà svolgere è la trasformazione del GSE da ente di mero controllo a sportello tecnico di supporto ai professionisti, che redigono le richieste di allaccio dei vari impianti così riducendo il tempo per la messa in esercizio degli impianti di produzione, eliminazione dei vincoli di potenza degli impianti di produzione, incentivati a parità di erogazione di incentivi, accesso semplificato ai certificati bianchi, finanziamenti per la ricerca di nuove tecniche di produzione e semplificazione normative di riferimento; Tutto questo porterebbe sicuramente a rendere il settore delle rinnovabili più attrattivo agli investitori.
Utilizzo dei fondi del PNRR per progetti di efficienza delle reti di distribuzione, come ad esempio potenziamento delle linee elettriche con adeguamenti ai carichi, ma soprattutto per rendere più efficace l'interconnessione fra le aree, dirottando energia dal luogo di produzione a quello di fabbisogno sfruttando l'overgeneration, che inevitabilmente viene creata dalle rinnovabili, integrando nella rete, sistemi di accumulo per sfruttare le ore di maggior produzione di energia per soddisfare il carico residuo e il rifacimento di cabine di trasformazione MT/BT obsolete, costruzione di nuove centrali idroelettriche di ultima generazione e aumento delle turbine, nelle centrali esistenti. Inoltre sarebbe utile, trovare un piano per consentire un agile accesso alle aziende che producono energia rinnovabile con sistemi di storage, di partecipare alle aste del capacity per dispacciare l'energia in esubero nel mercato libero.
Senza questa vision, non riusciremo a sfruttare mai realmente ed a pieno il potenziale delle rinnovabili per limiti burocratici e tecnici.
FRANCESCO CARBONE
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