Oltre il mito: 580.000 km con un'auto elettrica, e la batteria è ancora in forma
- Francesco Carbone
- 26 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Per anni abbiamo sentito dire che le auto elettriche non sono affidabili, che le batterie durano poco, che l’autonomia reale è inferiore a quella dichiarata. Ma poi arriva la realtà, che spesso smentisce le convinzioni ideologiche.

La storia arriva dalla Corea del Sud, e ha come protagonista il signor Lee, un uomo che per lavoro
viaggia ogni giorno lungo le autostrade del Paese asiatico. Tre anni fa ha fatto una scelta coraggiosa: acquistare una Hyundai Ioniq 5, un’auto 100% elettrica. Nessuna mezza misura. Solo corrente, niente benzina.
Il signor Lee percorre 800-900 km al giorno, effettuando un paio di ricariche rapide durante le pause che normalmente prevede per viaggiare in sicurezza. In meno di tre anni ha percorso 580.000 chilometri senza nemmeno un guasto. E quando Hyundai è venuta a conoscenza del suo caso, ha voluto approfondire: ha offerto gratuitamente la sostituzione del motore e della batteria, per poterli studiare in laboratorio.
Il risultato? Sorprendente: dopo quasi 600.000 km e centinaia di cicli di ricarica rapida, la batteria aveva ancora l’87,7% di stato di salute. Un dato che fa riflettere, soprattutto se confrontato con le stime prudenziali fatte in laboratorio solo pochi anni fa.
Un recente studio della Stanford University conferma: la vita utile delle batterie agli ioni di litio è fino al 38% più lunga rispetto alle previsioni tecniche iniziali. Tradotto: centinaia di migliaia di chilometri in più di utilizzo reale.
E quando la batteria sarà davvero arrivata alla fine del suo ciclo, non finirà in discarica. L’Unione Europea impone il riciclo di almeno il 70% del peso delle batterie entro il 2030. E i progetti per il riuso sono già realtà: sistemi di accumulo per case, aziende, comunità energetiche. Niente sprechi, ma seconda vita all’energia.
La storia del signor Lee è anche economica: i costi di manutenzione ridotti hanno fatto risparmiare all’autista coreano migliaia di euro rispetto a chi guida veicoli termici.
🗣 Lo confesso: anche io, da quasi due anni, guido un'auto elettrica. E posso dirlo con convinzione — mi trovo benissimo. Risparmio notevolmente sulla manutenzione e soprattutto sul carburante, anche perché la ricarico direttamente presso la mia azienda, dove ho installato un impianto da fonti rinnovabili. È una scelta che guarda al futuro, ma che già oggi conviene.
Questa esperienza rafforza quanto ho già evidenziato in un mio recente articolo su Nazione Futura (“L’idrogeno deve trovare casa sui binari”): se davvero vogliamo una transizione energetica intelligente, dobbiamo ragionare in termini di complementarità. L’idrogeno verde rappresenta una soluzione ideale per la mobilità ferroviaria, soprattutto su tratte non elettrificate o con forti limiti infrastrutturali. Allo stesso tempo, l’energia elettrica così liberata può essere destinata alla mobilità leggera: auto, furgoni, piccoli mezzi di trasporto urbano.
La tecnologia è pronta, e i numeri lo dimostrano: la mobilità elettrica può già oggi reggere percorrenze impegnative, con batterie longeve e sostenibili. Serve solo buon senso, visione e volontà politica.
💬 E voi? Avete già un’auto elettrica, oppure state pensando di fare questo passo? Come vi trovate o quali dubbi avete? Raccontatemelo nei commenti o scrivetemi: il confronto su questi temi è più che mai necessario.
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