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BA Gusto 2025: quando la gastronomia diventa cultura del territorio

✍️ di Fabio Longhin Assessore al Commercio di Olgiate Olona e pasticcere


Ci sono eventi che riempiono gli spazi.E poi ci sono eventi che li trasformano, lasciando un segno, creando connessioni, generando visione.

BA Gusto 2025 appartiene a questa seconda categoria: più di una manifestazione enogastronomica, è stato un laboratorio culturale nel quale la cucina ha smesso di essere spettacolo e si è fatta linguaggio, comunità, responsabilità.Il Museo del Tessile si è riempito di voci, di profumi, di idee: la conferma che quando il cibo viene trattato come patrimonio culturale, il territorio risponde.


La gastronomia come atto collettivo

Una cosa è chiara: la cultura gastronomica non è un esercizio solitario.È un gesto collettivo, un’esperienza condivisa, un racconto che nasce dall’intreccio tra persone, memorie e lavoro.

A Busto Arsizio abbiamo visto professionisti, imprese, studenti, istituzioni, famiglie partecipare non “solo per assaggiare”, ma per capire. Per ascoltare. Per dialogare.

Il cibo – quello autentico – è identità.È sapere trasmesso.È un modo per leggere il territorio e immaginarne il futuro.



Quando la cucina diventa pensiero

Talk e showcooking non sono stati intrattenimento, ma momenti di riflessione.Sul palco si sono alternati Anna Prandoni, Roberto Valbuzzi, Andrea Mainardi, Lorenzo Pessina e Silvio Salmoiraghi con il suo team: professionisti che hanno dimostrato come dietro ogni ricetta ci sia un pensiero, una visione, una filosofia del lavoro.

La conduzione di Mirko Tassin – Tasso Culinario ha dato ritmo e profondità al racconto, trasformando ogni intervento in un tassello di una narrazione più ampia: quella della gastronomia come forma di cultura viva.


Il valore istituzionale: la cultura secondo Regione


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Tra i momenti più significativi, la partecipazione di Francesca Caruso, Assessore alla Cultura di Regione Lombardia.La sua presenza ha ricordato che la gastronomia non è marginale rispetto alle arti canoniche: è parte integrante del patrimonio culturale regionale.

Le sue parole – attente, concrete, radicate nel senso della tradizione lombarda – hanno sottolineato la necessità di sostenere quei luoghi in cui conoscenza, formazione e innovazione si incontrano. Per il territorio, un segnale importante.



Storie che fanno crescere la comunità

BA Gusto è stato un contenitore di storie vere, nate dal lavoro quotidiano di realtà che meritano di essere raccontate:

  • Kuwagata, straordinaria fusione tra una chef giapponese e un maître bustocco.

  • Fuga di Sapori, che dimostra come la gastronomia possa essere strumento di reinserimento sociale.

  • Progetti Fantasia, con ragazzi che attraverso il catering hanno trasformato un compito in un atto di autonomia.

  • Caffè El Mundo, guidato dalla determinazione di Annalisa Cantadori.

  • Luigi Vaccaro – Antica Pizza, radice e innovazione che si incontrano nel piatto.

Sono storie che spiegano, meglio di mille convegni, come gastronomia, inclusione e cultura possano crescere insieme.

La rete che rende possibile il progetto

Un evento come BA Gusto non nasce mai da un individuo, ma da una rete che funziona.Comune di Busto Arsizio, Distretto Urbano del Commercio, Confcommercio, FIPE: ognuno ha portato competenze e responsabilità.


E poi la squadra operativa – Maria Grazia Ruggeri, Alessandra Crispino, Stefano De Gregorio, Ambrogio Ferraro e Mirko Tassin – che ha costruito il progetto con metodo e visione.

È questo il modello: governance, professionalità, concretezza.


Il filo della memoria: il contributo del Doc Restelli

Un ringraziamento speciale va al Doc Restelli: il primo a credere davvero in BA Gusto.Ora in pensione, ma presente nell’eredità morale del progetto.Perché i progetti nati dalle persone rimangono nelle persone.

È così che una comunità cresce: ricordando chi ha iniziato a tracciare il cammino.


La gastronomia come bene comune

BA Gusto 2025 ci consegna una certezza: la gastronomia è un bene comune. Appartiene a chi produce, a chi studia, a chi insegna, a chi partecipa.È patrimonio identitario, culturale ed economico.

Se sapremo continuare su questa strada, BA Gusto diventerà molto di più di un evento annuale: diventerà un luogo stabile di pensiero, relazione e crescita.E questo – più di tutto – è cultura.

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