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Forum Sostenibilità 2025: il futuro si costruisce con l’uomo al centro



Francesco Carbone

il 22 ottobre, ho avuto il piacere di partecipare a Roma al Forum della Sostenibilità 2025, organizzato da Il Sole 24 Ore presso l’Auditorium della Tecnica. Un evento che, come pochi, riesce a coniugare riflessione e concretezza, parlando di sostenibilità non come slogan, ma come percorso di trasformazione reale per imprese, istituzioni e persone.

La giornata è stata divisa in due parti: al mattino il focus sui giovani, che ha visto la partecipazione di studenti, docenti e figure di spicco del mondo accademico; al pomeriggio, invece, il forum delle imprese, a cui ho preso parte con grande interesse e dal quale torno con molti spunti.

Ascoltare i protagonisti del cambiamento

Ascoltare interventi autorevoli come quello del Ministro Gilberto Pichetto Fratin, del Direttore di Eni Luigi Sampaolo, e dei rappresentanti di aziende che stanno davvero trasformando le proprie filiere, è stato un momento di arricchimento personale e professionale.Si è parlato di sostenibilità come leva strategica, di innovazione responsabile, di cultura d’impresa e di come la transizione ecologica non debba mai essere disgiunta dalla competitività economica.

Mi ha colpito molto un concetto ricorrente: la sostenibilità non è un vincolo, ma una forma di libertà nuova. È la possibilità di scegliere di produrre, lavorare e innovare in modo più consapevole, con rispetto per il territorio e per le persone che lo abitano.


ministro Frattin

Durante le tavole rotonde, il confronto con diversi colleghi e professionisti è stato particolarmente stimolante.Ognuno portava la propria visione – chi legata all’energia, chi alla logistica, chi all’economia circolare – ma tutti condividevamo un punto di partenza comune: la sostenibilità non può prescindere dall’uomo, e soprattutto non può nascere da ideologie.

Perché se c’è una cosa che distingue l’Italia nel panorama europeo, è proprio la praticità del suo tessuto imprenditoriale.Le nostre imprese innovano, si rinnovano, ma lo fanno con i piedi per terra, con il realismo di chi deve ogni giorno bilanciare costi, energia, personale e mercati.Ecco perché servono politiche europee e nazionali pragmatiche, non ideologiche.Non abbiamo bisogno di imposizioni astratte o di modelli calati dall’alto, ma di strumenti concreti che accompagnino la transizione, senza snaturare la forza creativa e produttiva che da sempre caratterizza il Made in Italy.

La sostenibilità deve essere applicabile, misurabile e sostenibile anche economicamente.Solo così potrà diventare un valore reale e non una parola d’ordine buona per le conferenze ma lontana dalla vita quotidiana delle imprese.



copertina libro Francesco Carbone

Proprio da queste riflessioni nasce il mio nuovo libro, ormai quasi pronto alla pubblicazione.Un progetto a cui tengo profondamente, perché racconta l’essenza stessa della mia visione: “Il tempo dell’energia umana”.Un libro che non parla solo di energia nel senso tecnico o industriale, ma dell’energia che nasce dall’uomo – quella che genera idee, progetti, relazioni, cambiamenti.

L’energia umana è ciò che accende ogni rivoluzione.È l’uomo che pensa, progetta e innesta il processo tecnico, mentre la tecnologia e l’intelligenza artificiale diventano strumenti, amplificatori, conseguenze di quell’input originario.Ecco perché credo che la sostenibilità, prima ancora che ambientale o digitale, debba essere umana: fatta di equilibrio, responsabilità e passione.



Il Forum della Sostenibilità 2025 mi ha ricordato proprio questo. Che non esiste impresa sostenibile senza uomini e donne che credono nel futuro.E che la vera transizione non è solo quella energetica, ma quella etica e culturale, capace di riportare l’uomo al centro di ogni innovazione.

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