
Avrete sicuramente sentito migliaia di volte questa frase, “l’acqua è vita” non solo perché è il principale elemento di sopravvivenza diretto o per l’indispensabile funzione nell’agricoltura ed allevamento, ma anche in campo energetico l’acqua è l’elemento chiave per uno sviluppo ecosostenibile.
L’idroelettrico è la fonte di energia rinnovabile che vanta la più lunga tradizione in Italia, una storia che affonda le sue radici a fine Ottocento, quando la nostra penisola rappresentava l’avanguardia mondiale nella progettazione di sistemi idraulici capaci di ricavare energia pulita. Sì pulita, non green, all’epoca non erano di moda gli inglesismi come siamo abituati ora. L’energia dell’acqua è
indiscutibilmente la più rispettosa dell’ambiente, disponibile in grande quantità nei confini nazionali.
Un secolo fa, tra l’inizio del Novecento e il primo dopoguerra, l’idroelettrico era il vero ed indiscusso
protagonista della transizione energetica Italiana, dalle fonti fossili verso quelle rinnovabili. Non appena la tecnologia ha consentito la creazione delle infrastrutture necessarie per trasportare l’energia a distanze notevoli è iniziata la vera rivoluzione energetica. Alcuni impianti idroelettrici sono parte integrante della storia d’Italia e hanno sensibilmente contribuito allo sviluppo industriale e demografico di alcuni territori.

L’esordio fu nel 1895 con l’apertura della centrale idroelettrica Bertini di Porto d’Adda, sul fiume Adda nell’odierna provincia di Monza e Brianza, tra le più antiche al mondo ancora oggi funzionanti, mentre nel 1901 in Provincia di Varese venne inaugurata da Re Vittorio Emanuele e la Regina Elena la centrale di Vizzola con un canale industriale che deriva le proprie acque dal fiume Ticino. L’idroelettrico ha scritto però anche pagine drammatiche del nostro paese, come il disastro del Vajont, dove persero la vita 1917 persone tra cui 487 di età inferiore ai 15 anni. Questa enorme catastrofe ha decisamente deviato l’opinione pubblica ponendo un importante freno alla realizzazione di n uove centrali idroelettriche. Tale situazione ha dato terreno alla produzione di energia elettrica mediante centrali a combustione di metano. Oggi la più grande installazione idroelettrica Italiana si chiama Centrale Luigi Enaudi e si trova ad Entracque (CN), inaugurata nel 1982 ha potenza di picco pari a 1’065 GW, quasi il 6% del fabbisogno Nazionale. Secondo i dati comunicati al Festival dell’acqua, l’idroelettrico in Italia crea un indotto di oltre 15.000 posti di lavoro fra addetti alla manutenzione elettrica e d'idraulica e indiretti indotti per la presenza delle centrali. Per concludere, anche se il solare e l’eolico, sono i due principali attori protagonisti del futuro energetico del paese, l’idroelettrico mantiene ancora una quota superiore ad un terzo del panorama energetico rinnovabile ma soprattutto è assolutamente possibile alzare questo dato modificando le turbine presenti, installandone di più performanti, aggiungerne altre alle centrali presenti e perché no, costruire nuove centrali di ultima generazione con i dovuti accorgimenti idrologici.
Per l’acqua si prospetta un roseo futuro con la produzione di idrogeno attraverso l’elettrolisi. Caspita se i nostri nonni ci vedevano lontano!
L’acqua è il nostro innesco di vita, la nostra storia e il nostro futuro.
FRANCESCO CARBONE
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