Facciamo un viaggio a Dubai o Abu Dhabi? Esistono sul serio! Sono delle città enormi e molto all’avanguardia. Vi racconto qualcosa per aiutarvi a costruire la vostra opinione per decidere se vale la pena partire oppure no…. Pensate che in estate in media hanno una temperatura che supera i 40 gradi e durante il periodo “invernale” di circa 21 gradi. Per sei mesi l’anno (da Maggio a Ottobre) non piove praticamente mai, eppure queste città hanno sempre enormi riserve di acqua potabile che superano di gran lunga il fabbisogno della popolazione residente. Prima di partire, facciamo un confronto con il nostro bel paese: iniziamo confessando che noi italiani siamo i primi in Europa e tra i primi nel mondo per consumo di acqua potabile. Dalle statistiche si evince che, ogni italiano consuma circa 220l di acqua potabile al giorno, una famiglia di 2 persone consuma quindi circa 440l e circa 120 metri cubi all’anno di media.
La maggior parte dell’acqua potabile in ambito domestico viene impiegata, maggiormente per l’igiene personale, nel lavaggio delle stoviglie, in lavatrici, nelle pulizie domestiche e per innaffiare piante e giardini. I dati riportati qui sopra sono relativi a
l consumo, i quali potrebbero sicuramente essere migliorati, con una serie di banali accorgimenti, ma non è questo il tema su cui voglio soffermarmi, diciamo che in ogni caso comunque si tratta di litri utilizzati. Un’altro aspetto fondamentale però è la dispersione dell’acqua, che potrebbe venir meno o comunque essere ridotta notevolmente se avessimo degli acquedotti, infrastrutture e sistemi degni del millennio in cui viviamo. Se osserviamo insieme i dati provenienti di Istat infatti, in un anno vengono immessi nella rete idrica italiana 8,2 miliardi di metri cubi d’acqua, di cui ne vengono utilizzati circa 4,7 miliardi. La differenza di 3,5 miliardi (il 42% del totale) dove va a finire? In perdite per le pessime condizioni della rete idrica nazionale. In pratica ogni cento litri immessi nella rete di distribuzione, 42 non arrivano ai rubinetti delle nostre case. La situazione delle reti idriche è disastrosa in tutto il paese ma dove si presentano le maggiori criticità? In prima posizione troviamo Catania con ben il 54,7%, segue Bari con il 51,2%, e seguire troviamo Cagliari con il 48,4% Reggio Calabria con il 46,6%, Messina con il 46,6% Palermo con il 45,7% Roma con il 45,1% Torino con il 32,6% Bologna con il 28,3%, chiuse la classifica Milano con il 18,7%.
Sempre in base alle ricerche svolte da Istat, si stima che recuperando queste perdite si potrebbe garantire il fabbisogno idrico a circa 44 milioni di persone in un solo anno solare, che corrisponde ad oltre due terzi del fabbisogno degli Italiani. Pronti a fare questo viaggio negli Emirati Arabi? Oltre ad un’efficienza di altissimo livello delle infrastrutture, la vera chicca degli Emirati è stata la costruzione di un dissalatore di notevole portata a Jebel Alì, capace di produrre oltre 2 miliardi di litri di acqua potabile al giorno. Costruito dall’Italianissima Fisia Italimpianti del Gruppo Impreglio. Diciamo che dissalare senza una corretta regolamentazione l’acqua del mare a lungo andare porterà conseguenze all’ecosistema marino, ma se riuscissero contemporaneamente a diminuire il consumo di acqua potabile pro capite, possiamo dire che hanno trovato un’ottima soluzione!
Considerando anche la costante crescita demografica che dovrebbe portare la popolazione a 10,4 milioni di persone entro i prossimi due anni, gli Emirati dovrebbero passare dagli attuali 500l a 200l di consumo a persona.
Ma rimaniamo in Italia và! Noi come cittadini, possiamo fare davvero moltissimo per consumare meno acqua, questo lo sappiamo bene, sono cose risapute e non voglio di certo fare la lezioncina su come dobbiamo lavarci i denti oppure fare la doccia. Un enorme contributo lo darebbe sicuramente la sistemazione della rete idrica nazionale, almeno per poter stare sotto il limite del 10% delle perdite su scala Nazionale. Ma la cosa davvero rivoluzionaria sarebbe un’ulteriore rete di scarico, per raccogliere in maniera separata l’acqua dei lavandini, docce e vasche, per poi depurare facilmente queste risorse e rimetterle in una rete separata per alimentare circuiti a servizio di innaffiamento aree verdi pubbliche e private, fontane e per impianti di spegnimento incendi. Insomma un rubinetto green!
FRANCESCO CARBONE
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