El Salvador, l’Italia e il modello Bukele: viaggio tra due mondi che si osservano
- Roxana Hernandez
- 18 giu
- Tempo di lettura: 2 min
di Roxana Hernadez

In questi giorni sto vivendo un’esperienza carica di emozione e riflessione: sto tornando, dopo quarant’anni, nel mio Paese d’origine, El Salvador – il più piccolo Stato dell’America Centrale, affettuosamente soprannominato el Pulgarcito de América per la sua esigua estensione e la sua forza storica.
Nel corso delle mie visite istituzionali, ho avuto modo di confrontarmi con personalità politiche, giornalisti, rettori universitari e cittadini comuni. Nonostante le distanze geografiche e culturali, ciò che mi ha colpito profondamente è il sincero interesse con cui viene guardata l’Italia. Un’ammirazione genuina, nutrita da immagini di bellezza, storia e cultura, che si radicano nella memoria collettiva del popolo salvadoregno.
L’Italia vista da lontano: tra arte, moda e identità
L’Italia, agli occhi dei salvadoregni, appare come un Paese affascinante, ricco di storia e tradizioni. Roma, Firenze, Milano e Venezia sono nomi che evocano epoche gloriose, monumenti eterni, città che respirano arte. Ma non è solo la cultura a incantare: anche la moda, il design e il gusto italiano sono simboli di uno stile di vita ammirato e imitato.
La Lombardia, in particolare, è percepita come un motore economico, terra d’innovazione e opportunità. Milano è vista come una capitale globale, moderna e al tempo stesso legata al suo patrimonio. Persino la lingua italiana, musicale e avvolgente, affascina per la sua dolcezza e armonia.
Il nuovo El Salvador: tra ordine, sviluppo e identità
Eppure, in questo viaggio al contrario – dall’Italia a El Salvador – ciò che si avverte è un vento di cambiamento profondo che attraversa il mio Paese natale. Un cambiamento incarnato da un nome: Nayib Bukele, 43 anni, imprenditore, figlio di un uomo d’affari di origine palestinese, oggi presidente della Repubblica e figura discussa ma seguitissima anche al di fuori dei confini nazionali.
Con Bukele, El Salvador sta vivendo uno dei periodi più pacifici e prosperi della sua travagliata storia recente. Gli investimenti nella sanità e nell’istruzione, una nuova politica di tolleranza zero verso la criminalità, il lancio pionieristico sull’utilizzo dei Bitcoin come moneta nazionale: tutto contribuisce alla costruzione di un modello che incuriosisce, soprattutto le destre occidentali.
Un modello che non è privo di controversie, ma che sta riscuotendo un consenso popolare altissimo. Persino l’Unione Europea ha riconosciuto il risultato delle elezioni, congratulandosi per l’impegno democratico e auspicando collaborazioni future.
Due modelli che si guardano
Tra l’Italia e El Salvador oggi esistono sguardi reciproci. Se da una parte il mio Paese d’origine guarda all’Italia con rispetto e curiosità, dall’altra è tempo che anche l’Italia cominci a osservare con più attenzione certe dinamiche internazionali che stanno ridefinendo equilibri e riferimenti.
El Salvador non è più (solo) il Paese dei conflitti armati e delle maras. È oggi una nazione che, con orgoglio, rivendica sicurezza, crescita e sovranità.
E l’Italia? Deve ricordarsi di essere ancora “il Bel Paese” agli occhi del mondo. Con la guida di Giorgia Meloni, prima donna presidente del Consiglio, stiamo riscoprendo l’orgoglio nazionale, la difesa dell’identità e una politica estera che non ha paura di dire la propria.
Raccontare l’Italia all’estero non è mai stato così facile. Basta guardare gli occhi pieni di ammirazione di chi sogna il nostro Paese per riscoprire quanto siamo fortunati a viverci.
Comments