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Busto Arsizio, orrore e coraggio: un'aggressione brutale e il valore delle Forze dell’Ordine


volante polizia locale

Quanto accaduto a Busto Arsizio Lunedì 14 Aprile è uno di quegli episodi che segnano nel profondo una comunità. Una minorenne è stata attirata in un luogo isolato, aggredita con violenza fisica e sessuale da un giovane di 21 anni nordafricano. Un fatto drammatico, sconvolgente, che ha lasciato la città attonita e indignata.


Eppure, in mezzo a questo orrore, c’è stata una luce: il pronto intervento delle Forze dell’Ordine ha permesso di fermare l’aggressore in flagranza di reato. Gli agenti, accorsi grazie a una segnalazione tempestiva, hanno salvato la ragazza da ulteriori violenze. A loro va il nostro più profondo ringraziamento. Il loro intervento ha dimostrato cosa significa essere in prima linea, ogni giorno, per garantire sicurezza, ordine e giustizia.


Un ringraziamento speciale va anche a chi ha compiuto il primo, fondamentale passo: una cittadina che, udendo le grida disperate della vittima, ha immediatamente chiamato il 112. Il suo gesto ha fatto la differenza. Persone come lei meritano un riconoscimento ufficiale, un encomio per il coraggio e il senso civico dimostrati. Perché la sicurezza è una responsabilità condivisa, che parte dalla collaborazione tra cittadini e istituzioni.


E allora chiediamoci: che società vogliamo costruire?

Una società dove si minimizzano episodi di questo genere, o una dove si ha il coraggio di chiamare le cose col loro nome? Una società dove si critica chi protegge, o una dove si sostiene chi rischia ogni giorno per difendere gli innocenti?


Purtroppo, solo pochi mesi fa, sempre a Busto Arsizio, un gruppo di persone ha accerchiato e insultato le Forze dell’Ordine durante un semplice controllo. Cori contro l’Italia, offese alla Polizia. Scene che non possiamo e non dobbiamo accettare.

Chi si scaglia contro le Forze dell’Ordine, chi le delegittima, dimentica che sono loro a rischiare ogni giorno per proteggere tutti noi. Senza di loro, questa ragazza oggi non sarebbe al sicuro.


Ma questa vicenda apre anche un’altra riflessione necessaria: l’integrazione vera si basa sul rispetto reciproco. Chi arriva in Italia ha il diritto di essere accolto con dignità, ma anche il dovere di rispettare le leggi, le persone, i valori su cui si fonda la nostra società. Non può esistere integrazione dove manca il rispetto per il prossimo. E non può esserci accoglienza dove c'è abuso, violenza, disprezzo per le nostre regole.


Per questo voglio ribadirlo con forza: io sto dalla parte della legge, della sicurezza e del rispetto. Io sto con le Forze dell’Ordine. E continuerò a farlo sempre, senza esitazione.

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