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KJ1: Una Storia di Sopravvivenza - salviamo gli orsi del trentino

Immagine del redattore: Linda BighettiLinda Bighetti

Linda Bighetti, autrice di questo articolo
Linda Bighetti

KJ1 era l'orsa più anziana del Trentino, con 22 anni di età. Discendente diretta di Kirka e Joze, i primi orsi importati dalla Slovenia nell'ambito del progetto Life Ursus, KJ1 ha dato alla luce nove cucciolate nel corso della sua vita. Nel 2006, si è riprodotta per la prima volta con il maschio Gasper, dando alla luce due cuccioli nell'area della Val d'Algone. Due anni dopo, ha partorito tre nuovi cuccioli: due femmine, F2 e F4, e un maschio, M1.


Purtroppo, KJ1 è diventata l'ultima vittima dell’ordinanza di abbattimento emessa dal presidente Fugatti, reiterata nel tardo pomeriggio, quando sarebbe stato impossibile impugnarla nuovamente e quando nessun tribunale avrebbe potuto agire. Questo abbattimento sembra essere un atto di vendetta e calcolo politico.


Sono 63 gli orsi trentini uccisi, catturati o scomparsi negli ultimi 23 anni. Complessivamente sarebbero sei gli orsi abbattuti (sette con KJ1). Gli altri orsi risultano scomparsi (9), morti per cause sconosciute (16), per predazione da parte di un altro orso (8) e per cause naturali o investimenti (7). Tra questi, anche gli orsi MJ5 e F36, trovati morti nell'autunno del 2023 nei boschi del Trentino.


KJ1 giace a terra priva di sensi, il suo corpo maestoso immobile. L'orsa più anziana del Trentino, un simbolo di sopravvivenza e maternità, ora è vittima di un'ordinanza crudele. La sua vita, dedicata alla crescita di nuove generazioni, si è spenta in un silenzio ingiusto e devastante.
Kj1

Ricordiamo le catture di JJ4 (Gaia), ora rinchiusa nel Centro faunistico Casteller, insieme a M49 (Papillon). Molte associazioni, tra cui quella di Brigitte Bardot, hanno offerto la loro disponibilità per un trasferimento di questi orsi in riserve dedicate in Romania o in Germania, dove potrebbero vivere liberi e lontani dal pericolo umano.


Il progetto Life Ursus, totalmente finanziato dalla Comunità Europea, aveva obiettivi ben precisi. La priorità era evitare che il plantigrado scomparisse completamente dalle Alpi Centrali. L’uomo, infatti, si era reso protagonista di una vera e propria persecuzione ai danni dell’animale, diventato nel corso dei secoli oggetto di caccia e premi. I piani prevedevano che, grazie alla reintroduzione dei nuovi esemplari, si formasse un nucleo vitale capace di portare la popolazione dei grandi mammiferi a 50-60 individui nel giro di qualche decennio.


Gli esemplari liberati avrebbero dovuto essere costantemente monitorati tramite radiocollari e analisi genetiche, ma il Trentino ha fallito miseramente in questo. Gli orsi che oggi si aggirano per i boschi del Trentino discendono dai 10 protagonisti del progetto. Le sigle con cui vengono chiamati identificano in genere i due genitori e l’ordine di nascita all’interno della cucciolata.


Accanto alla reintroduzione fisica degli orsi, avrebbe dovuto essere promosso anche un inserimento culturale. Tuttavia, la formazione si è spesso rivelata carente o nulla. Anzi, negli ultimi anni si è creato un clima di timore e diffidenza nei confronti di questi animali, portando a paura e odio. Lo dimostrano i numerosi animali trovati morti per “cause sconosciute”.


Le strategie per favorire la pacifica convivenza esistono e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, territorio dell’orso marsicano, ne offre un esempio.


Una famiglia di orsi si muove lentamente tra gli alberi del bosco. La madre guida con passo sicuro, mentre i suoi cuccioli giocano e si rincorrono tra le foglie cadute. Ogni tanto, si fermano per esplorare, curiosi di ogni nuovo odore e suono. Insieme, rappresentano un'immagine di forza, protezione e affetto in un ambiente naturale che dovrebbe essere sicuro per loro.
famiglia di orsi

Convivere con gli animali selvatici è possibile e ogni convivenza inizia con la conoscenza e il rispetto. Comprendere il comportamento e le abitudini della fauna è il primo passo. Purtroppo, non è raro trovare in rete articoli che creano allarmismo, facendo passare per sensazionali eventi del tutto naturali.


È un concetto sbagliato pensare che un animale selvatico attacchi l’uomo. Anzi, è probabile che scappi appena si accorge della nostra presenza. Se dovessimo trovarci di fronte ad animali non domestici, non avviciniamoci troppo. Osserviamoli da distante, soprattutto se si trovano in situazioni delicate, come mentre stanno mangiando o se hanno dei cuccioli al seguito. Evitiamo di infastidirli, provocarli o mandarli in uno stato di panico. Non cerchiamo di interferire con le loro attività naturali, come provare a salvare una preda che sta per essere cacciata, o entrare in contatto con loro anche con del cibo. Cerchiamo di scacciare gli animali con rumori forti e urla solo se la situazione è realmente pericolosa; altrimenti, come si dice, non andiamo a cercarcele.


"Salviamo gli orsi del Trentino e promuoviamo la convivenza pacifica con la fauna selvatica. Ogni vita è preziosa e merita rispetto!"

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4 Comments

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Guest
Aug 02, 2024
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😫 poveri orsi

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Guest
Aug 02, 2024
Rated 5 out of 5 stars.

🙄

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Guest
Aug 01, 2024
Rated 5 out of 5 stars.

O

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Guest
Aug 01, 2024
Rated 5 out of 5 stars.

ottimo, brava Linda! sempre sul pezzo!

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