L’innovazione nel settore dei trasporti sta facendo un grande passo avanti con il debutto del primo treno a idrogeno in Italia, un’iniziativa che trovo estremamente importante e che ho sempre sostenuto nelle mie pubblicazioni. Questo progetto rappresenta un'eccellenza del modello lombardo, che ancora una volta dimostra di essere all'avanguardia nell'innovazione e nella sostenibilità.

Regione Lombardia ha colto con lungimiranza questa opportunità, dimostrando di saper investire su soluzioni concrete per il futuro. Un plauso va alle aziende che hanno reso possibile questa trasformazione, ma soprattutto al presidente Attilio Fontana e all'assessore ai Trasporti Franco Lucente, che hanno creduto nella visione di un trasporto ferroviario all’insegna della sostenibilità.
Pensiamo al cambiamento epocale che stiamo vivendo: il treno a idrogeno che entrerà in servizio sulla linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo nel 2026 segna un cambio di paradigma. È davvero possibile pensare alla transizione energetica come un percorso unidirezionale? La realtà ci insegna che la strada verso la sostenibilità non si costruisce eliminando una tecnologia per sostituirla con un’altra, ma integrando soluzioni diverse per adattarle alle reali necessità di chi utilizza questi mezzi ogni giorno.

Un esempio che mi piace citare spesso per spiegare questa idea è quello dell’età della pietra: non è terminata perché le pietre sono finite, ma perché l’uomo ha scoperto che i metalli offrivano vantaggi superiori per determinati strumenti. Eppure, le pietre non sono scomparse, continuano a essere impiegate per altri scopi. Lo stesso vale per le fonti energetiche: l’obiettivo non è sostituirle l’una con l’altra in modo rigido, ma utilizzarle in modo complementare per ottenere la massima efficienza.
Nel panorama della mobilità, questo significa riconoscere che ogni mezzo ha esigenze diverse. Le auto non saranno esclusivamente elettriche o esclusivamente endotermiche: la scelta dipenderà dall’uso specifico di ogni automobilista. Il trasporto merci su gomma, con camion e furgoni di media e grande dimensione, continuerà a essere affidato al diesel, poiché al momento rimane la soluzione più efficiente per coprire lunghe distanze. Nei centri urbani, invece, il trasporto pubblico troverà la sua risposta più adeguata negli autobus elettrici, capaci di ridurre inquinamento e rumore; è il settore ferroviario che offre oggi una straordinaria opportunità di trasformazione.

I treni a idrogeno rappresentano la vera svolta per le tratte non elettrificate e per il trasporto merci, riducendo l’impatto ambientale e migliorando l’efficienza logistica. Non possiamo inoltre ignorare il trasporto marittimo: immaginare grandi navi cargo e da crociera alimentate con energia nucleare in miniatura, come i sottomarini, significa aprire una prospettiva che può rivoluzionare il settore.
Un aspetto cruciale riguarda il trasporto merci ferroviario. Oggi siamo ancora troppo dipendenti dalla gomma, con conseguenze pesanti in termini di inquinamento e viabilità. È giunto il momento di investire in un sistema ferroviario moderno e capillare, alimentato a idrogeno, capace di rispondere alle esigenze della logistica in modo sostenibile e competitivo.
L’idrogeno non deve essere considerato una soluzione isolata, ma un tassello di un mosaico più grande, in cui innovazione, sostenibilità e pragmatismo devono coesistere. La sfida è creare un equilibrio intelligente tra le diverse tecnologie, garantendo una mobilità efficiente e accessibile a tutti. Se vogliamo davvero costruire un futuro più sostenibile, dobbiamo liberarci dalla rigidità ideologica e abbracciare la pluralità delle soluzioni.
Il futuro dell’energia non è una scelta tra il passato e il nuovo, ma un’integrazione sapiente di ciò che la tecnologia ci offre. Non è forse questa la vera chiave del progresso?
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