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La sicurezza e le libertà individuali nell'età contemporanea

Immagine del redattore: Marco TomasiniMarco Tomasini

di Marco Tomasini


Nel mondo moderno, il diritto alla sicurezza è una delle pietre miliari della democrazia. Ma cosa significa davvero essere sicuri? Significa solo vivere senza subire pericoli, o include anche la possibilità di esercitare liberamente i propri diritti senza timore di violazioni? La sicurezza personale e la tutela dei diritti dei cittadini sono inscindibili. Senza un'adeguata protezione, le persone diventano vulnerabili e la loro libertà di pensiero, movimento, espressione e scelta rischia di essere compromessa.


poliziotti

In uno Stato democratico, la sicurezza non si riduce alla semplice prevenzione del crimine. Essa deve rappresentare un sistema complesso in grado di proteggere le persone in tutti gli ambiti della vita - sociale, economica e politica. Se i cittadini non si sentono protetti, avranno davvero la libertà di esprimersi, di prendere decisioni e di partecipare pienamente alla vita pubblica?


La libertà non è solo assenza di vincoli. Libertà significa poter scegliere, agire senza paura, esprimersi liberamente, vivere senza costrizioni. Ma è possibile essere veramente liberi senza sentirsi al sicuro? Che si tratti di sicurezza fisica o di tutela dei diritti, la paura limita la capacità di scelta e impedisce di vivere appieno la propria esistenza. Si pensi, ad esempio, a chi abita in un quartiere ad alta criminalità e ha timore di uscire di casa, o a chi evita di esprimere le proprie opinioni politiche per paura di ripercussioni.


Questi non sono forse segnali di una libertà compromessa?


Libertà e sicurezza: due facce della stessa moneta

Sicurezza e libertà si rafforzano a vicenda. Un cittadino sicuro può esercitare i propri diritti senza paura e vivere senza timori. Se la sicurezza non viene garantita, la libertà diventa un'illusione. Per costruire una società in cui la libertà sia una realtà e non solo una teoria, è necessario che tutti si sentano protetti e possano vivere senza temere violazioni, fisiche o psicologiche. Ma è questo ciò che avviene oggi?


Nel contesto provinciale varesino, assistiamo a una polizia locale esausta, priva del necessario supporto e apparentemente abbandonata dall'amministrazione comunale. Di fronte ai campanelli d'allarme lanciati dai cittadini e dagli stessi agenti, è evidente che la questione sicurezza richiede un'attenzione immediata. Cosa si sta facendo per affrontare questa situazione? Sono stati stanziati fondi adeguati? Le autorità locali hanno assunto un atteggiamento risoluto o si limitano a scaricare responsabilità?


Lo Stato ha il dovere di mettere in atto politiche di sicurezza efficaci, di coordinare le forze dell'ordine e di fornire loro risorse adeguate. Tuttavia, la sicurezza non può essere una responsabilità esclusivamente centralizzata. Le città, in quanto cuore pulsante delle comunità, devono assumersi un ruolo attivo e responsabile nella tutela dei propri cittadini. È richiesto uno sforzo politico condiviso per superare pregiudizi e divisioni, ma ci si sta davvero muovendo in questa direzione?

Le problematiche legate alla sicurezza a Varese e in altre zone della provincia sono concrete. Tuttavia, il dibattito politico sembra spesso arenarsi in sterili schermaglie tra fazioni antagoniste, anziché concentrarsi sulla ricerca di soluzioni reali. Quando si passerà dalle parole ai fatti?


Fortunatamente, segnali di cambiamento iniziano a emergere. In tutto il territorio si sono levate voci di condanna contro chi minaccia la sicurezza dei cittadini e delle forze dell'ordine. Sono state avanzate proposte e mozioni per potenziare le capacità di intervento degli agenti e dotarli di equipaggiamento adeguato. L'organico delle forze dell'ordine è stato implementato con nuovi agenti e commissari. Ma queste azioni stanno davvero portando risultati tangibili? La percezione della sicurezza tra i cittadini è migliorata?


Ancora oggi, in alcune zone e in determinati orari, molti cittadini - in particolare gli anziani - si sentono limitati nelle proprie azioni e spostamenti.


Possiamo accettare che, nel 2025, vi siano persone costrette a modificare la propria routine per paura di essere vittime di crimini? Se la risposta è no, allora è il momento di passare dalla teoria alla pratica, dalle promesse ai fatti. La sicurezza non è un lusso, ma un diritto fondamentale. Chi si assumerà la responsabilità di garantirlo davvero?

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