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Francesca Caruso e la rinascita culturale varesotta: la bellezza come eredità olimpica

di Francesco Carbone


C’era una volta la Gioconda. Non quella del Louvre, ma quella nascosta tra le pieghe delle nostre terre varesotte, quando citavamo – provocatoriamente – il nostro patrimonio culturale dimenticato come una Monna Lisa rimasta nel caveau di un museo, mentre altri territori ne esportano la cornice e si prendono pure l’applauso.

Francesca Caruso torcia olimpica

Oggi, però, possiamo finalmente dire che quella cornice si sta riempiendo di luce. E la luce, nel nostro caso, ha il volto e la visione dell’assessore Francesca Caruso, che ancora una volta dimostra cosa significa amare un territorio non solo con le parole, ma con i fatti. Quelli concreti, tangibili, misurabili in investimenti, mostre, collaborazioni istituzionali, visibilità mediatica e reti internazionali.

Con l’iniziativa appena annunciata al Museo Maga di Gallarate, la Caruso non solo riporta l’attenzione sulla cultura, ma la proietta dritta dentro le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, confermandoci che Varese c’è. C’è con la sua arte, la sua storia, i suoi artisti e le sue istituzioni, che troppo spesso sono rimaste escluse dalle narrazioni ufficiali di una Lombardia concentrata solo su Milano.


E invece eccolo qui, il riscatto di provincia, quella provincia viva, creativa, che da Gallarate a Varese, da Busto a Laveno, può diventare non solo spettatrice ma protagonista di un’eredità olimpica culturale.


Non è un caso che Caruso abbia parlato di «sistema», di un’idea di cultura che sappia dialogare con le imprese, i territori, le scuole, gli artisti e le nuove generazioni. È questa la sfida vera: trasformare gli eventi in piattaforme permanenti, in cui la bellezza non è un lusso, ma una leva di sviluppo locale.

Già nel nostro precedente articolo – in cui la Gioconda faceva da metafora alla nostra identità sospesa – avevamo lanciato una provocazione: e se fosse proprio la provincia di Varese a custodire la chiave della bellezza lombarda?


Oggi quella provocazione diventa progetto, visione, concretezza.

Grazie all’impegno instancabile dell’assessore Regionale Caruso, che non fa mai mancare il suo sguardo e la sua presenza alla nostra provincia, possiamo dirlo senza esitazione: la cultura non è più un’ospite, è tornata a casa.


E noi, che in questa casa ci viviamo e ci crediamo, non possiamo che essere orgogliosi e riconoscenti.

Che sia l’inizio di un lungo Rinascimento varesotto.

Fammi sapere se vuoi integrare con una citazione diretta del precedente articolo sulla Gioconda, oppure con un riferimento più tecnico ai fondi destinati agli eventi culturali olimpici.

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